lunedì 10 settembre 2007

Cronologia

Quella che vado pubblicando è una breve, incompleta e probabilmente imrpecisa cronologia dei fattacci Liguria-Piemonte, che il più delle volte coinciderà con Repubblica di Genova-Savoia.
Prego tutti gli ipocriti che citano "secoli di storia comune" di leggere con particolare attenzione.

  • 1625: Primo conflitto armato su vasta scala tra Ducato di Savoia e Repubblica di Genova. Il Duca Carlo Emanuele I, chaiamto Testa di Fuoco, desiderava ampliare i suoi domini e ottenere uno sbocco sul mare. Con l'aiuto dei Francesi, invade il territorio della Repubblica: le sue sorti sono subito favorevoli, e il Duca conquista successo dopo successo. In alcuni punti le sue forze arrivano al mare, e lui stesso riesce a intravederlo. La vittoria sembra ormai certa, nulla può salvare l'indipendenza genovese. Eccetto la grazia della Vergine, che una dozzina d'anni più tardi sarebbe stata proclamata Regina della città, e l'eroismo e la devozione dei suoi abitanti. E questo va detto a beneficio di chi sostenesse che per il popolo minuto Dogi o Duchi non faccia differenza, e che l'oligarchia genovese fosse odiata e tirannica. Un solo migliaio di contadini arresta l'avanzata franco-piemontese, sbaragliando forze che li superano di otto volte in numero e molti più in termini di armi e addestramento. Gli spagnoli intervengono al fianco della Repubblica, i Francesi si ritirano: lasciato solo, Carlo Emanuele I è costretto a cedere ogni spanna di terra conquistata, ritirandosi così rovinosamente da non darsi nemmeno pensiero di recuperare i cannoni.
  • 1626-27?: Non essendo riuscito a conquistare la città con la forza, Carlo Emanuele prova con l'inganno. I fratelli De Marini, che hanno congiurato contro la Repubblica, sono scoperti e giustiziati.
  • 1628: Congiura del Vacchero, la più nota. Di nuovo, i responsabili sono scoperti e decapitati.
  • 1629: Nuova congiura. Un bandito dovrebbe far saltare in aria il Palazzo Ducale con dentro Doge e Senato, ma si costituisce. Viene graziato, ed anzi premiato con un vitalizio annuo. L'anno dopo, Carlo Emanuele muore di febbri a Savigliano: pestilenze flagellano l'intero Piemonte a causa delle guerre in cui il Duca, atteggiandosi a grande statista, ha trascinato le sue terre. Trucchi e doppiezze gli sono costati l'alleanza francese, e ora Richelieu mette a ferro e fuoco il Ducato.
  • 1633: Congiura del Vacchero-bis, questa volta è il fratello ad essere scoperto e condannato.
  • 1635: Il Duca Vittorio Emanuele I chiede nel Trattato di Rivoli che gli venga ceduta l'odierna Liguria.
  • 1672: Congiura di Raffaele della Torre, anch'essa fallita.
  • 1672-73: Seconda guerra contro i Savoia: si risolve con il ripristino della situazione antecedente, per mediazione del Re di Francia Luigi XIV.
  • 1746: Sono Piemotesi gli alleati degli Austriaci che occupano Genova nell'ambito della Guerra di Succesione Austriaca. Celebre l'episodio del Balilla, il ragazzo che iniziò la rivolta che libererà la città scagliando il primo sasso contro un soldato nemico.
  • 1815: Dopo Napoleone, viene convocato il Congresso di Vienna per ristabilire il precedente ordine delle cose. E invece la Repubblica di Genova, indipendente e sovrana prima dell'imperatore francese, fu illegittimamente accorpata al Piemonte. Immotivatamente tronfi, i Savoia decidono di umiliare Genova ponendo ai suoi grifoni reggistemma la coda tra le gambe. Per meglio mantenere l'occupazione militare della città, edificano il Castelletto.
  • 1849: Senz'altro il vertice di questa escalation di odio, nonchè la ferita più aperta e dolorosa. Genova insorge contro l'occupazione sabauda: il Castelletto è raso al suolo. Vittorio Emanuele II, oggi ricordato come il Padre della Patria italiana, nonchè Re Galantuomo, ordina al suo generale Alfonso Fernando la Marmora di sedare la rivolta. La Marmora era scappato come un coniglio da Novara, combattendo contro gli austriaci, ma contro i popolani inermi fu un vero leone... Lasciando credere di voler parlamentare, invita i difensori a uscire dal fortilizio della Lanterna e li trucida. Inizia quindi un cannoneggiamento di settantadue ore sulla città: nemmeno l'ospedale, che aveva esposto il corrispondente dell'epoca dell'attuale Croce Rossa, è risparmiato. I Bersaglieri passano dunque al Sacco della città: le donne vengono stuprate, mentre mariti, figli, fratelli e padri, costretti ad assistere, soo massacrati se tentano di opporsi allo scempio. All'urlo di 'Dov'è Balilla', i piemontesi sparano anche a chi si affaccia dalla finestra. Ai difensori del Palazzo del Principe viene imposto di ingoiare gallette imbevute di sangue. Tale sarà la crudeltà dei bersaglieri che per un secolo la Città di Genova si rifiutò di ospitarne il raduno nazionale. Tornato a Torino, La Marora è promosso e decorato, e riceve le congratulazioni personali del Re: Re che riuscì a imporre la sua beffarda presenza fino a oggi, con la sua insultante statua in Piazza Corvetto. Fatti simili caratterizzeranno l'eccidio di Milano a opera di Bava Beccaris: un altro fulgido episodio del buon governo piemontese.
  • Anni '70: La Fondazione Agnelli propone una riorganizzazione amminsitrativa in cui la Liguria farebbe parte del Piemonte
  • 2006: Nasce la sciagurata idea del Limonte......

Fratelli liguri, quanto a lungo dovrà ancora allungarsi questa lista?

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